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Noi siamo libere
Come luogo dell'installazione è stata scelta
la sala interna di un bar, in piazza Canonica, sulla parete sinistra dell'ingresso
e vicino a una finestra.
Da lontano la scritta "Noi siamo libere" sembra tracciata in
nero sul muro, ma, avvicinandosi, si scopre subito che a formare la frase
sono tante piccole mosche incollate sulla parete (le mosche ovviamente
sono finte, di plastica). La coscienza dell'osservatore coglie immediatemente
il senso tragicomico della metafora: le mosche, si sa, hanno un volo disordinato,
libero e caotico, mentre qui sono bloccate in un ordine quai militare
tanto da proclamare forte e chiaro che "sono libere".
La metafora si commenta da sola.
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