Noi siamo libere

Come luogo dell'installazione è stata scelta la sala interna di un bar, in piazza Canonica, sulla parete sinistra dell'ingresso e vicino a una finestra.
Da lontano la scritta "Noi siamo libere" sembra tracciata in nero sul muro, ma, avvicinandosi, si scopre subito che a formare la frase sono tante piccole mosche incollate sulla parete (le mosche ovviamente sono finte, di plastica). La coscienza dell'osservatore coglie immediatemente il senso tragicomico della metafora: le mosche, si sa, hanno un volo disordinato, libero e caotico, mentre qui sono bloccate in un ordine quai militare tanto da proclamare forte e chiaro che "sono libere".
La metafora si commenta da sola.

   
© Arte Continua 1996-2002. Per le opere il © copyright è degli artisti
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