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La voce che si indebolisce
Lungo il perimetro esterno delle mura della città si trova
una colonna di marmo, interrata quasi completamente, di cui è visibile
solo la parte superiore. Sulla sua estermità è scolpito
in bassorilievo un libro aperto con, in italiano, il seguente testo:
Ho sostenuto
il tempio con la mia altezza
Il tempio è stato crudele e non resta di me che metà
Gli anni fuggiranno via e sarò totalmente coperta dalla terra
E tu, camminandomi sopra, non ti accorgerai neppure di me.L'aspetto
peculiare di questa scultura è il fatto che appartiene a due diverse
epoche, entrambe distanti dalla nostra ed entrambe lontante nella storia,
tanto che nella coscienza odierna vengono fuse indistintamente come 'antichità'.
Ma per gli specialisti queste due epoche mantengono la loro specificità.
La colonna è un resto di epoca romana, uno dei tanti reperti dalle
rovine romane, mentre il bassorilievo del libro e il testo scolpiti sulla
sua superficie potrebbero appartenere al Romanticismo con la funzione
di epitaffio. La genuinità del tutto è, naturalmente, fittizia
e intende evocare la nostalgia del passato e per questo motivo, oltre
alla colonna stessa che scompare nella terra, se ne usa anche la voce
- si presuppone che noi la sentiremo.
In questo senso acquista molta importanza anche il luogo scelto per la
scultura, la parte alta della città, un luogo dimenticato sia dai
residenti che dai turisti, da dove lo sguardo si pare sul paesaggio toscano
e dove, al di là della scarpata, si snoda una strada asfaltata
con traffico intenso - completamente necessario e contrastante all'immagine
dei 'bei tempi andati'.
Inoltre, anche l'isolamento dell'opera è del tutto relativo, visto
che il percorso che conduce i visitatori alla colonna è una stretta
viuzza lastricata sopra cui si erge un bastione in pietra che prende il
nome da Sapia, personaggio storico citato da Dante.
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