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Sviluppatasi fra il IX e il XII secolo all'incrocio del tracciato più antico della «via Francigena» e della via Pisana che conduceva al mare, la città (m 324) fu presto sede di un fiorente mercato e si dotò ben presto di bei palazzi e delle celebri torri, simbolo della ricchezza del ceto mercantile locale; ben 72 nel momento di massimo splendore della città, protette fin dal 1282 da una legge che vietava la demolizione delle case se non per costruirne di più belle.

La crescita d'importanza del nuovo tracciato della «via Francigena» a fondovalle, determinò la decadenza economica di San Gimignano e il conseguente congelamento, durato fino al XIX secolo. All'interno della cinta muraria che circonda l'abitato, il centro è tutto ugualmente suggestivo, con palazzi, chiese e piazze di fascino e suggestione fuori dal tempo. Da vedere la chiesa romanica (XII secolo), dedicata a S. Maria Assunta, e ampliata nel 1460 su progetto di Giuliano da Maiano, che conserva affreschi di Taddeo di Bartolo (1393) e di Benozzo Gozzoli (1465), statue lignee di Jacopo della Quercia dipinte da Martino di Bartolomeo, il ciclo degli affreschi del Nuovo Testamento, di Lippo e Federico Memmi, della metà del Trecento, cui fa eco il ciclo coevo del Vecchio Testamento, di Bartolo di Fredi.

 
    Nella cappella di S. Fina, opera tra le più significative del rinascimento toscano realizzata da Giuliano e Benedetto da Maiano, affreschi di Domenico del Ghirlandaio e dell'allievo Sebastiano Mainardi (1475), e un dossale di Benedetto da Maiano (1475).
Attraverso un arco, sulla sinistra della facciata della collegiata, si entra in piazza Pecori, dove si trova il Museo d'Arte sacra, con la Madonna della Rosa, di Bartolo di Fredi, le sculture dei Da Maiano e statue lignee policrome del XIII secolo.
Dal cortile del palazzo del Popolo (costruito nel 1288 e ampliato nel 1323), con affreschi del Sodoma e una cisterna del 1361, si accede al Museo civico con la grandiosa Maestà (1317), affresco di Lippo Memmi, e opere di scuola toscana: Pinturicchio, Coppo di Marcovaldo, Benozzo Gozzoli, Filippino Lippi, Memmo di Filippuccio e Taddeo di Bartolo; nella sala del Podestà, ciclo pittorico di Memmo di Filippuccio con scene di vita coniugale. Nei pressi della porta San Matteo (1261), la chiesa di S. Agostino, costruita in stile romanico-gotico fra il 1280 e il 1298 che conserva il capolavoro di Piero del Pollaiolo, Incoronazione di Maria e i Ss. Nicola da Bari, Agostino, Gimignano, Niccolò da Tolentino e Girolamo (1483) e il grandioso ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli e della sua scuola dedicato alla vita di S. Agostino.
  Nella vicina via Folgore, ha sede il nuovo polo museale della città che racchiude, nell'ex convento di S. Chiara e nel conservatorio leopoldiano il Museo Archeologico (con reperti etruschi e romani provenienti da tombe scoperte nei dintorni), la Spezieria di S. Fina (collezione di vasi e ceramiche del vecchio spedale di S. Fina) e la Galleria d'Arte Moderna (dai Macchiaioli a oggi). Dalla porta alle Fonti, si può scendere alle fonti, una serie di 10 arcate a tutto sesto costruite fra il XII e il XIV secolo e restaurate nel 1852.    
       
       
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