Invitato giovanissimo alla storica mostra sull’arte concettuale Information tenutasi al Museum of Modern Art a New York nel 1970, Cildo Meireles sin dagli esordi occupa un ruolo chiave nella scena dell’arte brasiliana ed internazionale. Il nucleo attorno al quale prendono forma i suoi interventi è la capacità di far convivere una lettura poetica e simbolica del reale con una riflessione puntuale sulle strategie che regolano i processi di produzione, circolazione e promozione dell’arte.

La tensione a comunicare un concetto trova sempre nei lavori di Meireles una traduzione efficace dal punto di vista sensoriale e ciò avviene nella totale libertà di scelta dei linguaggi e dei materiali. Meireles infatti ha realizzato installazioni accumulando oggetti d’uso quotidiano (Fontes, 1992, installazione realizzata per Documenta IX era un ambiente dove dal soffitto pendevano 7000 metri gialli e alle pareti erano esposti 200 orologi non sincronizzati tra di loro) installazioni di carattere sensoriale incorporando il suono, il fuoco, l’odore (Volatile, 1980/84, realizzata con cenere, candele e odore di gas naturale, o The Sermon of the Mount, 1973/79, installazione/azione realizzata con 126.000 cerini, specchi e cinque attori). L’artista crea le condizioni affinché lo spettatore, trovandosi totalmente immerso nel lavoro, ne colga il senso attraverso l’esperienza e non avvicinandosi da lontano e contemplando passivamente l’opera a distanza. In altri lavori come per esempio le Incursioni nei circuiti ideologici (dal 1970) l’artista ha insinuato dei virus simbolici nel circuito di produzione standardizzata, scrivendo frasi di denuncia sulle banconote o sostituendo l’etichetta delle bottiglie di Coca Cola con la frase "Yankee go Home!" e rimettendole in circolazione.

Invitato a Documenta11, Meireles ha realizzato un intervento dove convivono una visione critica nei confronti del sistema di scambio delle merci ed un richiamo allarmato alla progressiva deteriorazione dell’ambiente.

Con Disappearing Element/Disappeared Element (Imminent Past) l’artista ha infatti prodotto dei ghiaccioli d’acqua potabile e ha organizzato dei punti vendita mobili in diversi punti della città. Gli operatori coinvolti sono riconoscibili poiché hanno dei carrellini colorati e ad essi va direttamente il ricavato delle vendite. Meireles in questo intervento allude dunque alla progressiva mancanza d’acqua sul pianeta e a ci invita a riflettere sulle relazioni tra l’arte e il mercato, sulle nozioni di valore d’uso e valore di scambio, dove l’unica azione efficace di dissenso non può essere altro che la sparizione dell’oggetto stesso.