La grande installazione
di Cildo Meireles ospitata nell’Orto de’ Pecci, s’inserisce
come un segno inedito nel profilo di una città così
conosciuta come Siena. Una scala alta 30 metri e protesa verso
l’alto, diventa un elemento di collegamento tra la prima
area periferica e il centro storico. Tale presenza, in relazione
alle caratteristiche del luogo, agisce come elemento di modifica
dei percorsi consueti del visitatore che si avvicina a Siena per
vedere i monumenti storici e di rado entra in contatto con la
vita quotidiana degli abitanti, al di fuori di ciò che
gravita attorno alla sfera del turismo e del consumo.
L’Orto de’ Pecci è gestito da una cooperativa
che accoglie persone che vivono problematiche legate al disagio
psichico, ex tossicodipendenti e carcerati. In questo contesto
la cura di un orto collettivo oltre ai prodotti materiali, diventa
anche un’ occasione concreta di svolgere un lavoro comunitario
che attiva responsabilità, che richiede attenzione e rispetto
dei ritmi della natura, attitudini che si sviluppano su una logica
differente rispetto a quella dell’industria del turismo
per lo meno nella sua forma dominante strettamente connessa con
l’industria dell’intrattenimento e più in generale
del consumo. La scala di Meireles dialoga con il luogo e suggerisce
una prospettiva rovesciata dove ciò che è in basso
è proiettato verso l’alto. E’ un segno leggero,
un invito a sollevare lo sguardo ma in tale invito è altrettanto
esplicita la sollecitazione a non perdere di vista il contatto
con la terra e la profondità che richiede qualunque passaggio
verso l’alto.
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