In uno degli incroci
di accesso al centro storico di Colle di Val d’Elsa si trova
una costruzione dalla base circolare che funzionava anticamente
come cisterna. Oggi questo spazio è in disuso ma la suggestione
che comunica è rimasta intatta nei secoli: la cisterna
sembra somiglia infatti ad una sorta di fortino militare in miniatura,
uno luogo di difficile accesso, pensato per proteggere qualcosa
di prezioso contenuto al suo interno. È una presenza austera
il cui silenzio è parzialmente contaminato dalla presenza
delle abitazioni tutto intorno.
Marisa Merz non a caso ha privilegiato questo spazio per il suo
intervento, scegliendo in particolare di realizzare un intervento
sulla porta. L’artista, che in diverse occasioni ha realizzato
i suoi lavori pensandoli per spazi aperti, in situazioni particolari
come su una spiaggia o disponendoli sulle pareti come agglomerati
di figure, riesce a tenere conto delle relazioni con il contesto
in cui opera mettendone in risalto l’anima, in particolare
ha scelto di intervenire sulla porta, elemento fisico di connessione
tra l’interno e l’esterno, ma soprattutto elemento
simbolico di connessione tra il dentro e il fuori, tra ciò
che è immediatamente visibile e ciò che rimane nascosto
e che costituisce la reale essenza delle cose.
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