Tacita Dean è nata a Canterbury, Kent, nel 1965, vive a Berlino.
Il suo lavoro prende corpo in una varietà di media che vanno dal disegno, alla fotografia, al suono, ma l’artista si è affermata sulla scena internazionale principalmente per i suoi film girati in 16 mm. Spesso silenziosi e realizzati con inquadrature lunghe e camera fissa, i suoi film creano un senso di immobilità dove si respira un’atmosfera enigmatica e misteriosa, dove il racconto che di frequente parte da fatti realmente accaduti, preserva uno spazio dove lo sguardo dello spettatore si ritrova a confrontarsi con le proprie paure, i propri desideri. Tra gli elementi ricorrenti l’acqua, immagini della costa dove la terra incontra il mare e il mare riflette il cielo, architetture abbandonate. In più di un film compare il faro, come motivo centrale della narrazione o dettaglio significativo. La regolarità ciclica di emissione del segnale luminoso contrasta con l’incommensurabilità del paesaggio esterno, il faro inoltre, in quanto struttura umana isolata e avvolta dall’immensità del mare, diventa metafora della condizione umana.

Per esempio in Disappearence at Sea I, 1996, con il quale è stata candidata al Turner Prize nel 1998, restituisce poeticamente la storia realmente accaduta di Donald Crowhurst, navigatore solitario che, spinto dal disperato desiderio di realizzare una grande impresa, partecipa nel 1968 alla Sunday Times Globe Race (un viaggio attorno al mondo) dal quale non fa più ritorno. Tacita Dean comunica la progressiva solitudine e il disorientamento che Crowhurst deve aver provato nella sua ultima avventura. La costruzione della storia è tale da funzionare come metafora del trascorrere del tempo, della rincorsa dell’uomo verso mete che si rivelano effimere concludendosi con la sparizione. Il racconto si apre con un primo piano sulla luce del faro di St. Abb nel Berwickshire: le luci ruotano lentamente e provocano un rumore di sottofondo, dopo qualche minuto si passa alla ripresa di un’immagine notturna di mare e cielo dove all’orizzonte si vede la casa del faro. Con il calar del sole, un raggio di luce attraversa il panorama fino a dissolversi al punto che l’immagine diventa completamente buia. L’audio del film è il rumore dell’ingranaggio mostrato in apertura. Oltre al film Disappearence at Sea comprende una serie di disegni dove l’artista usando il gessetto bianco sulla lavagna traccia una sorta di fermo-immagine dove le cancellazioni evidenti delle contribuiscono a dare l’idea dello svolgimento dell’azione.