Miroslaw Balka simpone allattenzione artistica nel
1985 quando in occasione della chiusura di fine anno presso lAccademia
di Varsavia, invita docenti e ospiti a recarsi in una cascina
abbandonata nel villaggio di Zukow. Lì, dopo un percorso
in autobus e una camminata, il pubblico è introdotto da
due ragazzini vestiti in abiti da cerimonia alla visione di Remebrance
of the First Holy Communion, una statua di un adolescente su una
bassa piattaforma con una mano poggiata su un tavolino che contiene
una foto dellartista stesso il giorno della prima comunione.
La performance si completa con larrivo di Balka su una bici
da bambino con il volto truccato di bianco. Questo lavoro, esposto
nel 95 alla mostra Rites of Passage: Art for the End of
Century alla Tate Gallery di Londra, segna dunque un esordio memorabile
in quanto contiene i temi centrali che poi lartista svilupperà
nella sua ricerca in seguito: la rielaborazione delle memorie
personali, il rapporto col corpo, lattenzione alle relazioni
tra lopera e lo spazio che la contiene.
Nel corso degli anni il linguaggio di Balka diventa progressivamente
più astratto, la figura umana scompare ed è sostituita
dalle tracce che ne raccontano lassenza. Entrano in gioco
oggetti duso quotidiano e portatori di significati simbolici
quali il letto, la lampadina, larmadio. I materiali ad essi
accostati assumono un ruolo sempre più centrale, gli stessi
nuclei tematici assumono una forma più evocativa, il vissuto
personale sintreccia con una riflessione sulla memoria storica
collettiva.
Lartista rifugge dalla dimensione spettacolare e trasforma
sostanze umili come il sale, la cenere o il sapone in simboli
dellesistenza umana. Un pezzo di vecchio linoleum contiene
la tracce delle vite di coloro che vi hanno camminato sopra, lodore
aspro del sapone può evocare le memorie dei bagni della
scuola ma allo stesso tempo ricordare la tragica produzione di
sapone attivata nei campi di sterminio degli ebrei. Lartista
sceglie materiali che per lui hanno sempre un forte significato
personale e li assembla tenendo presente il vocabolario minimalista
ma proponendone una versione fortemente segnata dalla dimensione
soggettiva. Le dimensioni dei lavori sono infatti fissate in relazione
alle misure del suo corpo come sottolineano i titoli, espressione
delle sue stesse misure: laltezza, il peso, il numero di
scarpe. Nei lavori più recenti la presenza umana è
suggerita dalluso di sottili riferimenti al corpo quali
gli orifizi, le maniglie, lo spettatore ha lo spazio emotivo e
mentale per completare le suggestioni indotte da queste tracce
con la sua stessa memoria personale.
Dallinizio degli anni Novanta lartista è presente
in importanti rassegne internazionali quali Metropolis a Berlino
nel 1991, Documenta IX nel 1992, lanno successivo rappresenta
la Polonia alla Biennale di Venezia e nel 1995 espone al Carnegie
International di Pittsburgh.
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