|
Daniel
Buren interviene nel Castello di Linari in
modo delicato, un intervento discreto ma immediatamente riconoscibile
, creando un gioco di rimandi e di colori, di tonalità calde
e fredde, tra una camera tappezzata a righe bianche e blu e laltra
a righe bianche e gialle. Due stanze speculari collegate da una
porta al centro, ognuna con una finestra nel paesaggio: un contrasto
irreale tra la geometria e la natura, tra bellezza interna ed esterna,
che si sottolineano e si esaltano a vicenda. Opera in situ che riesce
mirabilmente a dialogare con questo luogo, così fortemente
connotato dal punto di vista architettonico e storico.
|