Il Progetto

  Se raffinatezza ed esaltazione degli aspetti vitali (anche i più perversi o legati alla caducità delle cose) sono caratteristici della cultura e della tradizione artistica fiamminga possiamo considerare nel solco di questa grande tradizione tutto il lavoro di Wim Delvoye e anche questo suo intervento a Montalcino. Nella chiesa sconsacrata di San Francesco è stata realizzata infatti una installazione fatta con elementi deperibili che nel corso del tempo si seccheranno, si trasformeranno e, in un certo senso, moriranno. Delvoye ha scelto questa chiesa anche perché erano già presenti molti elementi che parlavano degli stessi argomenti, come scheletri o un antico tavolo operatorio con i relativi strumenti chirurgici. Tutto quindi ci parla di finitezza e di morte (ma in fondo uno dei miti e delle mire profonde dell'arte non è quello di "eternare" cose mortali?) ma anche di trasformazione, quindi di vita e di vitalità, compreso il suo progetto di lasciare sulle antiche mura delle case di questa città tracce, poco apprezzate, di urina, un omaggio/oltraggio a Duchamp e alla stessa arte contemporanea che cerca comunque di approfondire aspetti della nostra vita e formulare domande anche se non sempre è riconosciuto importante quanto quella che la tradizione (così presenti in questi luoghi) ci ha tramandato.
 
 

© Arte Continua 1996-2000. Per le opere il © è degli artisti

 
Sislej Xhafa
Alberto Garutti
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Martin Creed
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Mimmo Paladino
Jacqueline Riva & Geoff Lowe.
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