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Il Progetto
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Se
raffinatezza ed esaltazione degli aspetti vitali (anche i
più perversi o legati alla caducità delle cose)
sono caratteristici della cultura e della tradizione artistica
fiamminga possiamo considerare nel solco di questa grande
tradizione tutto il lavoro di Wim Delvoye e anche questo suo
intervento a Montalcino. Nella chiesa sconsacrata di San Francesco
è stata realizzata infatti una installazione fatta
con elementi deperibili che nel corso del tempo si seccheranno,
si trasformeranno e, in un certo senso, moriranno. Delvoye
ha scelto questa chiesa anche perché erano già
presenti molti elementi che parlavano degli stessi argomenti,
come scheletri o un antico tavolo operatorio con i relativi
strumenti chirurgici. Tutto quindi ci parla di finitezza e
di morte (ma in fondo uno dei miti e delle mire profonde dell'arte
non è quello di "eternare" cose mortali?) ma anche
di trasformazione, quindi di vita e di vitalità, compreso
il suo progetto di lasciare sulle antiche mura delle case
di questa città tracce, poco apprezzate, di urina,
un omaggio/oltraggio a Duchamp e alla stessa arte contemporanea
che cerca comunque di approfondire aspetti della nostra vita
e formulare domande anche se non sempre è riconosciuto
importante quanto quella che la tradizione (così presenti
in questi luoghi) ci ha tramandato. |
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