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Volterra (m 531) è un gioiello d'arte etrusca, romana,
medievale e rinascimentale che domina da un colle le valli del Cecina
e dell'Era, a circa 30 km dalla costa tirrenica, nella parte settentrionale
delle Colline Metallifere.
L'etrusca
«Velathri» conobbe un forte sviluppo tra IV e V secolo a.C.: divenuta
una delle dodici lucumonie etrusche raggiunse i 25000 abitanti e, attraverso
il porto di Vada, esportava manufatti in ferro e alabastro in tutto il
Mediterraneo. Volterra fu poi municipio romano e sede di vescovado a capo
di una vastissima diocesi prima di divenire, nel 1193, libero Comune.
In età comunale
la città cambia aspetto: viene costruita una nuova e più ristretta cerchia
di mura; la piazza dei Priori, già del Prato, viene sistemata con la costruzione,
tra il 1208 e il 1257, del palazzo del Popolo (poi dei Priori) e di numerose
case-torri adiacenti; viene ricostruito il Duomo che, assieme al Battistero,
rappresenta il polo religioso del centro storico.
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Dalla conquista
della città da parte dei Fiorentini nel 1472, Volterra si riprende
solo alla fine del XVIII, sotto la dinastia lorenese.
Il relativo isolamento che ha limitato lo sviluppo industriale e commerciale
della città ha fatto sì che oggi Volterra conservi quasi
intatto il fascino e l'atmosfera di un antico borgo, orgogliosa dei
grandi monumenti che hanno caratterizzato i suoi trenta secoli di storia
e forte di un artigianato artistico unico al mondo, l'alabastro.
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Oltre ai
numerosi palazzi che si affacciano sulle piazze e le strade del centro,
da vedere il Museo etrusco «Mario Guarnacci», una delle più
importanti raccolte etrusche d'Italia, di cui fa parte la celebre
Ombra della Sera (III secolo a.C.), il Duomo consacrato nel 1120 e a più
riprese ampliato e restaurato, con opere di Mino da Fiesole, Andrea della
Robbia, Benozzo Gozzoli; il Battistero (1283) a pianta ottagonale, rivestito
di fasce marmoree bianche e verdi, che conserva un piccolo fonte battesimale
di Andrea Sansovino; il Museo dell'Opera del Duomo di Arte sacra
con, tra gli altri tesori, la pala di Villamagna raffigurante la Madonna
con il bambino e santi, realizzata nel 1521 da Rosso Fiorentino; la Pinacoteca
e Museo civico, con opere di Taddeo di Bartolo, Benvenuto di Giovanni,
Luca Signorelli, Domenico Ghirlandaio (Cristo in Gloria), Baldassarre
Franceschini detto il Volterrano e soprattutto la Deposizione dalla Croce
del Rosso Fiorentino (1521); il Teatro romano (I sec. a.C. - I sec. d.C.),
della cui struttura, che doveva ospitare circa 1700 spettatori, sono visibili
parte della cavea, con due ordini di gradinate, il proscenio, la scena
e parte del portico, nella cui area più tardi venne inserito un
edificio termale.
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